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Viaggiatori alla ricerca di inclusività
Scoprire Palazzo Braschi è stata un’esperienza davvero inaspettata, non mi sarei mai immaginata di trovare un museo così intimo, elegante, riservato, a due passi da piazza Navona. Visitarlo mi ha fatto sentire a casa.
8 Novembre 2022 | La redazione di farwill.it
Non lo conoscevo! Scoprire Palazzo Braschi è stata un’esperienza davvero inaspettata, non mi sarei mai immaginata di trovare un museo così intimo, elegante, riservato, a due passi da piazza Navona.
Si tratta di una residenza nobiliare che non genera disagio, piuttosto accoglie in maniera delicata indistintamente tutti; visitarlo mi ha fatto sentire a casa.
L’ingresso di cui ho usufruito, percorrendo corso Vittorio Emanuele II, affaccia su una piazzetta graziosa nonostante l’affluenza di macchine, piazza di San Pantaleo, attorno alla quale gli attraversamenti con sedia a ruote sono tutti possibili, con semafori, strisce pedonali, e pendenze idonee dei marciapiedi.
Mi sono voltata e voilà, come quando si trova un fiore nascosto, ecco davanti a me la porta di un palazzo contrassegnata da una banda che porta il nome di Museo di Roma. Così è iniziata la meraviglia.
Ho visitato Palazzo Braschi nel mese di novembre, in occasione della mostra temporanea di Klimt, e l’esperienza artistica e insieme accessibile è stata più che soddisfacente. All’entrata del museo c’è un cortile spazioso e solenne, è stato emozionante attraversarlo; ero in compagnia di due amiche, siamo entrate e dopo il controllo biglietti ci siamo dirette verso il guardaroba per depositare giubbotti e borse.
Per raggiungere il primo piano ho utilizzato un montascale con l’aiuto del personale del museo che si è mostrato sin dall’entrata molto gentile; il mezzo ha funzionato perfettamente e abbiamo iniziato la visita. Mi sposto su una sedia a ruote manuale e sono riuscita ad accedere ad ogni stanza senza problemi, ma alcuni ingressi non sono molto larghi.
La struttura è dotata anche di un ascensore che consente di raggiungere gli altri piani; è molto capiente e può quindi ospitare anche una sedia a rotelle elettronica, senza problemi.
La mostra è stata allestita divinamente; con un gioco di luci che esaltava l’oro del pittore austriaco, abbiamo camminato quasi nel buio, e siamo riuscite ad avere un incontro molto personale con le opere proprio grazie all’intimità di quell’atmosfera, sperimentando una visita decisamente più privata.
Sul piano della mostra scorgo una sedia a rotelle manuale, messa a disposizione di chiunque ne avesse bisogno; resto colpita, non è per nulla scontato trovare questo tipo di servizio in un museo; anche i bagni sono accessibili, il lavabo si trova ad una buona altezza, il wc rialzato è affiancato da una doccetta, e lo spazio interno è sufficiente per effettuare una manovra.
Non ho visitato gli altri piani del museo, mi hanno comunque comunicato che hanno provveduto ad effettuare delle riproduzioni di sculture per i visitatori non vedenti, una notizia buona e incoraggiante.
La visita è durata circa due ore, senza provare stanchezza ma solo stupore e seduzione, e non parlo solo della splendida “Giuditta” che ha detenuto il trono della mostra, ma penso all’organizzazione di questo museo che rende possibile la fruizione degli spazi espositivi a tutti, con professionalità e assenza di pietismo; facendomi sentire una visitatrice come tante. Una bella sensazione.
Montascale di Palazzo Braschi
Fregio di Beethoven, Klimt
Sedia a ruote di Palazzo Braschi
Video ”Klimt. La Secessione e l’Italia”
Video ”Klimt. La Secessione e l’Italia” | Ritratto Femminile
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