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La Cappella Sistina prima di Michelangelo – Sisto IV e Lorenzo il Magnifico

Quando pensiamo alla Cappella Sistina, il primo nome che ci viene in mente è quello di Michelangelo. La sua decorazione in realtà inizia molto prima e vede coinvolte le personalità più rappresentative del Rinascimento: Perugino, Ghirlandaio, Botticelli, Signorelli, Pinturicchio, Cosimo Rosselli.

24 Novembre 2022 | La redazione di farwill.it

La Cappella Sistina con la volta con cielo stellato

La Cappella Sistina con la volta con cielo stellato

Quando entriamo nella Cappella Sistina siamo soliti soffermarci alle opere di Michelangelo: le storie della Genesi sulla volta e il Giudizio universale sulla parete di fondo sono uno dei capolavori indiscussi dell’arte. Gli affreschi furono realizzati in due momenti: tra il 1508-1512 quelli della volta, sotto papa Giulio II; tra il 1536-41 quelli sulla parete dietro l’altare, su commissione di Clemente VII.

La decorazione della Sistina, come si presenta oggi, inizia molto prima e vede protagoniste alcune delle personalità più rappresentative del Rinascimento: Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Luca Signorelli, Pinturicchio, Cosimo Rosselli. Vi racconteremo come la loro storia sia legata a uno dei luoghi più visitati al mondo.

 

Melozzo da Forlì, Sisto IV nomina Bartolomeo Platina Prefetto della Biblioteca Vaticana, 1477, Musei Vaticani, Roma

Melozzo da Forlì, Sisto IV nomina Bartolomeo Platina Prefetto della Biblioteca Vaticana, 1477, Musei Vaticani, Roma

Sisto IV e la Cappella Sistina

La Cappella Sistina viene chiamata in questo modo dall’inizio del Cinquecento, dal nome del papa artefice del suo restauro: Sisto IV, che muore nel 1484; prima era detta Cappella magna o pontificia, perché qui si celebravano le liturgie papali e si riuniva l’entourage del pontefice. Sisto IV, nato Francesco della Rovere, è un umanista di spessore; eletto nel 1471, volle essere ricordato come Restauratore della Città: si fa promotore di una campagna di rinnovamento di Roma che include l’edificazione di templi, case pubbliche, piazze; il restauro dell’acquedotto di Trevi; lo spostamento dei bronzi che si trovavano in Laterano presso il Campidoglio. Tra questi lo Spinario e la Lupa capitolina, che andarono a costituire il primo nucleo di un museo pubblico, quello che saranno poi i Musei Capitolini.

La testimonianza diretta di questa celebrazione del pontefice si trova in un affresco di Melozzo da Forlì realizzato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della biblioteca Vaticana (1477). In esso vediamo Sisto IV che nomina Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, prefetto della biblioteca. Questi è inginocchiato e punta l’indice della mano destra verso un’iscrizione in latino che ricorda le imprese del pontefice. In piedi, vestito di rosso, il cardinale Giuliano della Rovere, nipote di Sisto IV e futuro Giulio II.

L’opera principale per cui Sisto IV sarà ricordato è senza dubbio la Cappella Sistina. I lavori di rifacimento dell’ambiente, edificato in epoca medievale, iniziano nel 1477, mentre per le pitture dovremo aspettare il 1480-81. In questi pochi anni ha luogo un evento cruciale per Firenze, che avrà una ricaduta anche sulla scelta degli artisti chiamati a decorare la Cappella: la congiura dei Pazzi.

 

Lorenzo il Magnifico e la congiura dei Pazzi

Il potere e il consenso che i Medici esercitavano a Firenze non era ben visto da un’altra famiglia fiorentina, i Pazzi, divenuti banchieri del pontefice. D’accordo con Sisto IV e altre personalità avverse ai Medici, viene ordita una congiura ai danni di Lorenzo e Giuliano: il 26 aprile 1478, durante una messa in Santa Maria del Fiore, Giuliano viene assassinato; il Magnifico, ferito, si salva rifugiandosi in sagrestia. I congiurati, tra cui alcuni familiari del papa, vengono catturati, altri uccisi. Leonardo eseguirà i disegni degli impiccati; a Botticelli sono commissionate delle pitture, poi cancellate, che sopravvivono in parte in un disegno di Filippino Lippi oggi al Louvre.

Questa violenta repressione porta Sisto IV a scomunicare Lorenzo e la sua cerchia e a lanciare un interdetto contro Firenze – la proibizione di celebrare i riti religiosi e di accedere ai sacramenti. Si scatena una guerra: il papa si allea con Siena e il regno di Napoli, mentre i Medici cercano sostegno in Venezia, Milano e in Luigi XI, re di Francia. A poco a poco l’ago della bilancia si sposta verso i Medici, che sembrano avere la meglio. Ma nel 1480 sbarcano a Otranto gli Ottomani e lo scacchiere storico cambia: c’è necessità di unirsi contro un nemico comune e si arriva quindi a una pace. Sisto IV ritira l’interdetto e, a sancire questa riconciliazione, Lorenzo il Magnifico invia a Roma i suoi artisti prediletti – Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli – ad affrescare la Cappella Sistina. 

 

Perugino a Roma

Intanto, nel 1479, Sisto IV aveva chiamato a Roma Perugino per affrescare l’abside della cappella dedicata all’Immacolata Concezione nell’antica San Pietro. Questa festività era stata riconosciuta ufficialmente nel 1477 dal papa che, data l’appartenenza all’ordine francescano, era devoto al culto mariano. La cappella viene per l’appunto inaugurata l’8 dicembre 1479, ma sarà demolita nel 1609. Possediamo però uno schizzo del Cinquecento che ci mostra cosa rappresentavano gli affreschi di Perugino: in alto la Madonna col Bambino in una mandorla circondata da serafini; in basso a sinistra San Paolo e San Pietro in atto di presentare al piccolo Gesù Sisto IV inginocchiato; a destra Sant’Antonio e San Francesco. Le pitture non ebbero molta fortuna anche prima della loro distruzione, quando nel 1569 furono offuscate dalla Pietà di Michelangelo che viene ospitata nella cappella. Esse costituiscono comunque una testimonianza fondamentale per comprendere le scelte decorative alla base della Cappella Sistina.

Leggi la seconda parte dell’articolo.


Per saperne di più:

Storie di Mosè

Storie di Cristo

Accessibilità Musei Vaticani

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